I lavoratori delle Province, quelli della Croce Rossa e, Madia dixit, quelli della Repubblica

Poco dopo il suo insediamento la ministra per la pubblica amministrazione conio' una definizione per i lavoratori pubblici del futuro prossimo venturo. Lavoratori della Repubblica. Poi dici che mancano le idee. Lavoratori della Repubblica contrapposti a cosa? La monarchia è finita molti decenni fa, nel disonore, si può quindi dire che non è una rivendicazione antimonarchica giusta ma in ritardo. Cosa allora voleva dire il vivace intelletto della ministra Madia?
Giudichiamo i fatti, testardi come muli testardi, ci dicono imperterriti la verità: niente. La Madia non voleva dire niente, ha scovato una definizione suggestiva, non ha capito cosa volesse dire ma l'ha ripetuta. La Madia è il riflesso nello specchio governativo, tutto chiacchiere e menefreghismo. Metti la Madia in qualche posto e sei sicuro che non succederà niente. I 

   

dipendenti pubblici lo sanno bene, pensiamo a quelli delle province, pensiamo a quelli della Croce Rossa. Lavoratori, saperi, professionalità, ridotti ad essere esuberi di incerta collocazione nelle altre amministrazioni pubbliche. Manca uno straccio di strategia da parte del ministero che dovrebbe coordinare tutte le situazioni del pubblico. La Madia dovrebbe intervenire a monte quando si fanno le leggi, dovrebbe seguirne l'iter per far in modo che siano coerenti con la situazione concreta, dovrebbe infine coordinarne gli effetti per impedire che un provvedimento, improvvidamente chiamato riforma, si tramuti in una mattanza di stipendi, diritti, posti di lavoro. Il caso croce rossa è emblematico, il rischio esuberi era presente ben prima di quello per i lavoratori delle province. La questione precariato ha in se la soluzione ma niente, da Palazzo Vidoni per dirlo in parole auliche,  se ne sono impippati. Certo per rimanere alla croce rossa se ne sono impippati pure i ministeri vigilanti della salute e della difesa. Verrebbe da dire che prima dei lavoratori della Repubblica bisognerebbe che i ministeri si considerassero parte della stessa Repubblica. Detto questo, lavoratore della Repubblica a parte il bel richiamo ad una fase rivoluzionaria, sarebbe una bella definizione per un dipendente pubblico. Darebbe l'idea di una unità del settore pubblico e anche dei compiti che deve svolgere. Faccio un esempio: un imprenditore deve poter fare la domanda per qualche cosa in un ufficio e poi dovrebbe essere quell'ufficio ad occuparsi di tutte le relazioni con le altre amministrazioni, richieste documenti, accertamenti, autorizzazioni eccetera. Non eliminare le specificità delle singole amministrazioni ma metterle insieme con un processo interno, il cittadino formula una richiesta, la struttura pubblica fornisce una risposta, non come somma di risposte slegate, ma come sintesi di un processo organizzativo unitario, non unico. Pensiamo a quei carabinieri che si sono offerti di pagare il costo della refurtiva al posto del ladro, perché si sono accorti dello stato di bisogno estremo che aveva indotto in furto. Sono stati buoni, se avessero accompagnato il povero in galera sarebbero stati buoni lo stesso, avrebbero fatto il loro dovere. Se invece fossero stati  lavoratori della Repubblica, avrebbero chiamato i servizi sociali del Comune per la situazione abitativa, se ci fossero stati problemi sanitari quelli del Comune avrebbero interessato la ASL competente e via andando. In finale della Madia ci intessa il giusto, abbiamo preso come spunto una sua parola per dire che il settore pubblico deve essere riformato profondamente e certo anche i lavoratori devono fare la loro parte. Purtroppamente la ministra in carica non è adatta. Puoi avere i lavoratori della Repubblica se una volta che il pubblico viene in contatto con te poi si occupa di te come organismo unitario, altrimenti è uno scherzo. Intendiamoci non stiamo inventando niente, se spuliciamo le leggi da qualche parte queste cose si trovano. Se guardiamo in giro, tentativi di relazioni fra amministrazioni si stanno realizzando, però manca il disegno organico, quelle paroline semplici per descrivere come deve comportarsi il pubblico come organismo complesso e non come semplice somma di amministrazioni. Puoi avere i dipendenti della Repubblica, i migliori, quelli selezionati come dice la Costituzione se gli fai fare un lavoro coerente col loro nome, se dici in poche parole che il pubblico è la garanzia dei diritti costituzionalmente garantiti, se non li tratti come esuberi ogni volta che devi riorganizzare, se riconosci loro il contratto, se non banalizzi le loro rappresentanze sindacali, in altre parole se parli a persone e non a risorse umane. Essere al servizio dello Stato, non può significare quando non servi ti butto. 

vuoi condividere?

Scrivi commento

Commenti: 0