Job act: destra, sinistra, Gaber, Alfano e Renzi. C'è una strada?

Siamo stati rovinati da Gaber. Si,si, ci ha pure aiutato a capire che non capivamo niente. Ci ha pure aiutato con lo shampo e l'albero. Poi ha fatto quella canzone su cosa è la destra e cosa è la 

   

sinistra e tutto è precipitato, non bastava il nostro essere spaccatori di capelli in quattro, analizzatori in servizio permanente effettivo, drogati del dibattito, del valore del dubbio e del non è tutto nero, non è tutto bianco. La canzone che descrive con le cose la destra e la sinistra, ci ha dato il colpo di grazia. Ad un certo punto esce fuori qualcuno e ci dice: questa è una cosa di sinistra”. Il fare a volte è sornione, a volte imperativo, a volte come nel caso del nostro presidente del consiglio Renzi ammiccante e complice: occhio alla telecamera, bocca storta, tono suadente: questa è una cosa di sinistra. Noi da questa parte del mare, con tutti i peli del corpo in allerta stiamo a macerarci: no, no, non è una cosa di sinistra, la doccia è di sinistra, la vasca è di destra.

Il job act è quindi di sinistra, il posto fisso è di destra.

Il contratto a tutele crescenti invece? Qui ci ha rovinato Gaber e pure la lingua italiana. Tutele che crescono, da neoassunto ne hai poche, domani con l'anzianità aumenteranno. Il titolo ha un indiscutibile tono di sinistra e riformista: non tutto insieme ma con un po' di tempo, le tue tutele saranno come quellie di tutti gli altri. Invece no, non sarà così. Il contratto a tutele crescenti, non prevedendo il reintegro per i nuovi assunti, ferma le tutele crescenti ad un livello inferiore a quello dei vecchi assunti. Più che di sinistra e destra qui siamo oltre, sembra la pubblicità di Calimero in versione punk, il pulcino dopo il lavaggio diventava come gli altri, ora resterà sempre e per sempre, piccolo e nero. Di sinistra? Ci andrei cauto. A mettere le cose al loro posto ci ha pensato Angelino Alfano, dichiarazione d'amore al governo e al premier, volontà di arrivare alla fine della legislatura sotto la guida del giovane leader. Chi ha cancellato lo statuto dei lavoratori? Chi ha cancellato l'articolo 18? L'ho sentito con le mie orecchie Angelino, mentre indossando un maglioncino quasi di sinistra, si faceva arrossare le orecchie dalla passione arringando la folla festante. Il nuovo centro destra dice che il job act è un provvedimento di destra, capirete a questo punto che la canzone di Gaber non spiega tutto. Se dovessi dire, io il reggicalze a destra non ce lo vedo. Ma queste sono cose ormai minori, il punto è che un provvedimento normativo possa essere rivendicato con uguale forza e convinzione sia dal leader del PD sia dal leader del NCD. Di Alfano e dei suoi accoliti comunque denominati, da Berlusconi a Salvini passando per la Meloni e camerateria cantando, mi interessa il giusto. La destra storicamente ha cavalcato tutto il cavalcabile, dal populismo al rigorismo, importante stare sempre dalla parte dei padroni. Per Renzi la situazione è diversa, Renzi è parte della mia storia, è stato nutrito di tutti i nostri tic nervosi, di tutto il nostro gergo, delle nostre approssimazioni, dei nostri sentimenti un tanto al chilo. Renzi è il prodotto e la degenerazione della sinistra italiana. Meglio, diciamolo meglio, a costo di non farmi capire da nessuno: Renzi è il frutto maturo della degenerazione del compromesso storico. Per questo è apparso irresistibile: ha avverato i sogni di tutti quelli che ha rottamato, a destra e a sinistra. Per questo può dire di un provvedimento che facilita i licenziamenti a capriccio: è una cosa di sinistra. Ma veramente fai?

 

Vabbene, manca l'altra faccia della medaglia per rimanere a Giorgio Gaber: la sinistra PD, aridaje, è veramente offesa, i sindacati sono veramente indignati e qualcuno pronto alla mobilitazione, tutti gli altri partiti e partitini vagamente richiamabili al mondo del lavoro, sono scossi. Effettivamente però, la voce di chi si oppone arriva ovattata dove dovrebbe arrivare come un urlo di combattimento. La canzone di Gaber non c'entra più, entriamo nel mondo reale. Il mondo reale è rappresentato dalla frase pronunciata da un malavitoso in una serie televisiva inedita in Italia, il bellimbusto prendendo per il bavero un giornalista per minacciarlo gli dice: “testa di cazzo, ho una reputazione e i mezzi per farla rispettare”. Io penso che una volta chiarito che il job act è la cosa che dice Alfano e non quella che dice Renzi, dobbiamo chiarire che la battaglia non si può fare a colpi di dichiarazioni durissime, di tweet brillanti, di analisi inconfutabili, ad un certo punto bisogna che si scelga una strada. Dobbiamor ritrovare i mezzi per far rispettare la nostra reputazione. Polvere, sassi, traffico, erbacce, quella cosa lì. Una strada.

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Commenti: 2
  • #1

    Renato La Manna (domenica, 22 febbraio 2015 18:43)

    Nel decreto legislativo recante disposizioni in materia di contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti.
    Di appena 3 paginette e 12 articoli
    In totale la parola licenziamento ricorre ben 28 volte (la parola tutele solo 3 volte), se ne parla quasi in ogni articolo, quindi perché chiamarlo contratto di lavoro a tutele crescenti e non riforma del sistema dei licenziamenti? Forse per non farci capire il contenuto?
    Si tenga presente, inoltre, che anche nel caso di licenziamento illegittimo si avrà solo diritto ad un risarcimento graduato in base all’anzianità (ecco le tutele crescenti in cosa consistono) e fino ad un massimo di 24 mensilità. In pratica se il licenziamento è ingiusto si ha diritto non alla riassunzione ma solo ad un risarcimento pari a due mensilità di stipendio per ogni anno di lavoro prestato presso quella ditta fino ad un massimo di 24 mensilità.

  • #2

    attilio cece (domenica, 22 febbraio 2015 20:38)

    il job act: quando è me.da è m.rda!, non è importante la specificazione....
    ... tanto per citare GG...