RSU dei pubblici elogio del candidato senza nome

Li conosciamo quelli e quelle che si sono presentati alle elezioni RSU che si sono svolte in questi giorni in tutt'Italia e in tutte le realtà del lavoro pubblico. E' gente come noi, la mattina si industria per trovare parcheggio, calcola il tempo esatto per 

   

arrivare in orario, deve combattere con lo stipendio, il mutuo, i problemi della famiglia. Sono uomini e donne come noi, sono gente fortissimi. Presentarsi e chiedere il voto ai suoi colleghi, dire che cercherà di risolvere quel tal problema, raccogliere gli sfoghi, più raramente i suggerimenti; fare il candidato o la candidata non è semplice, i tuoi colleghi ti hanno sotto gli occhi tutto l'anno, certo qualche volta fare il candidato è un mestiere, uno smistamento di piccoli favoretti vigliacchetti, ma nella maggioranza dei casi i tuoi colleghi ti votano perché sei il loro rappresentante. Hanno fiducia in te, magari pensano come dice quello slogan fortunato della FPCGIL che rappresenti un'altra storia.

 

Chiuse le urne sono arrivati i risultati, alla CGIL il 30 e rotti percento, il resto fra tutti gli altri, non è una cosa da poco, non è come il 40 percento di Renzi, alle elezioni RSU dei pubblici la gente ci va a votare come se si fosse in Bulgaria o giù di li. I lavoratori elettori hanno scelto la FPCGIL infatti i giornali non ne hanno parlato, un fenomeno veramente curioso, se si tratta di trasmettere il referendum a Pomigliano mandano le televisioni e gli inviati di punta, se si tratta di scegliere la delegazione trattante di un grande ospedale, di un comune metropolitano o di un ufficio tipo la Procura di Genova, non muovono neanche un muscolo. Un fenomeno che ha riguardato milioni di persone è stato del tutto trascurato da chi dovrebbe fare informazione. C'è un motivo? Si la CGIL non ha perso, anzi, perdindirindina ha vinto. Panico in redazione si potrebbe intitolare un pezzo su questa vicenda. Basta con questa storia e torniamo alle persone concrete che hanno votato alle elezioni per le rappresentanze sindacali unitarie, il risultato premia la CGIL e qui concorrono due cose: il contrasto a Renzi anche se al momento non molto fortunato, e la scelta del candidato o della candidata. In anni duri, senza contratto, con una normativa contro la partecipazione sindacale, con un senso comune tutto contro i fannulloni del pubblico, se chi ti rappresenta non è più che valido i voti non li prendi. Però anche gli altri sindacati hanno avuto candidati validi se hanno avuto i voti. Certo eccheccavolo, mica la CGIL ha il monopolio di quelli bravi, diciamo che ne ha la concentrazione più alta e come direbbe Totò: senza nulla a pretendere. Sono diffusi i candidati validi, quelli che possono a buon diritto del titolo di rappresentanti, lo trovi quello della CISL che c'ha il cervello in funzione che sa tutto delle leggi, che fa bene i conti e che non fa sconti, lo trovi quello della UIL che non sai come c'è finito insieme a Barbagallo. Solo un fesso non vede il buono nel fatto che si sono elette le rappresentanze ( appunto ) unitarie, solo un fesso può pensare di poter fare tutto da solo perché detiene il monopolio della bontà. Ha vinto la CGIL, ha vinto la partecipazione e hanno vinto tutti quelli che si sono presentati a chiedere il voto per le loro scelte passate e per i loro progetti per il futuro. Se i candidati erano tutti buoni allora bisogna capire l'altro elemento: i sindacati non sono tutti buoni. La legge Brunetta deve essere abrogata come precondizione per fare qualunque cosa buona nel settore pubblico, non tutti l'hanno detto. Ma non voglio sviare, questo è l'elogio di tutti i candidati che non lo fanno per guadagno cioè per la maggioranza assoluta e soverchiante di quelli che ci hanno chiesto il voto, a questi candidati a queste candidate che si sono presentati fuori dal quadratino rosso. Non è stata colpa vostra, non potevate vincere, vi mancava appunto il quadratino rosso, quello che i lavoratori pubblici considerano il simbolo di chi non si arrende. 

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