Coalizione sociale? Una critica. Estetica?

Coalizione sociale, non è un nome, è un oggetto. Non mi iscriverei mai ad una cosa che si chiamasse coalizione sociale. Va bene come termine sociologico, va bene  

   

nella ricerca di un centro studi, non va bene per un fare politica. Infatti Landini non vuol fare politica, tutto quadra: con un nome così è impossibile. Ma come di fronte alla situazione che viviamo ti metti a disquisire di parole? Ti concentri sulla forma e non badi alla sostanza? No, no, per carità facciamo come dici, badiamo alla sostanza. La FIOM il sindacato di categoria più prestigioso, tanto prestigioso da esser chiamato la quarta confederazione accanto alla CGIL di cui fa parte, alla CISL e alla UIL, ha convocato associazioni diversamente impegnate sulle questioni più varie: la difesa della Costituzione, l'acqua pubblica, l'ARCI, la scuola pubblica e tante altre. Una letterina stringata è bastata, quando ci si conosce e da anni si collabora, è così che funziona. La riunione, a parte mettere a punto i dettagli delle prossime manifestazioni, nasce dalla consapevolezza e dalla necessità di dare una rappresentanza all'opposizione nel paese, no questo è un po' troppo. Nasce dalla necessità di aiutare il paese ad uscire dalla crisi di rappresentanza. Dice Landini di essere preoccupato del fatto che la gente non va a votare, del fatto che il governo ha proceduto alla cancellazione di diritti in primo luogo del lavoro, senza neanche sentire i sindacati. Landini ha ragione, è così: la gente non va a votare, il governo fa un po' quel che gli pare. La coalizione sociale è la risposta adeguata a questa situazione? Intanto accogliamo con allegria il fatto che ci sia qualcuno che cerca di unire invece che dividere, il mondo della sinistra quello che si rifà ai bisogni delle classi subalterne è famoso per dividersi ad ogni incrocio, se la FIOM può essere un catalizzatore abbiamo tutti da guadagnarci. Niente partiti alla riunione, mi è sembrato un po' ingeneroso, una concessione alla vulgata sul sono tutti uguali, alla politica come attività sempre un po' oscura. Sinceramente con i partiti che abbiamo a sinistra del PD un moto di stizza solo a nominarli ti viene, tuttavia le vedi quelle bandiere alle manifestazioni sindacali, quelle persone che partono da casa con l'asticella di plastica e la stoffa rossa variamente decorata, sono persone degne almeno quanto i parroci e i superintellettuali. Ma va bene lo stesso, hai fatto una riunione mica deciso l'assalto al palazzo d'inverno, passiamo avanti. Abbiamo comitati per ogni cosa, moltissimi sono caratterizzati dalla particella NO davanti al nome, no tav, no muos, no job act, eccetera eccetera. I comitati, le associazioni sono in gran parte, non tutti certo, espressione della resistenza al potere oggi costituito, fanno bene il loro lavoro, in alcuni casi benissimo, tuttavia quello che io capisco è la seguente cosa: ad un certo punto si incontra un blocco. Senza uno sbocco politico in grado di tradurre in Parlamento quelle istanze, si rimane fermi. Ad un certo punto la politica è proprio indispensabile ed è indispensabile proprio la tua politica, non il semplice condizionamento delle forze politiche che non sono la tua forza politica. Coalizione sociale è un nome brutto, non è una questione di forma, richiama una specie di lista della spesa delle vertenze che ci sono in giro, questo è il pansidacalismo, non la politica. La politica è una visione, la comunicazione di un cambiamento, nel nostro caso socialmente orientato, non una somma ma una sintesi. Mi sta bene che non si voglia fare politica intesa nel senso tradizionale, sarà il tempo, breve, a fare giustizia di questo vezzo populistico, ma, con questi chiari di luna, ci si dovrà arrivare inevitabilmente. A quel punto sarà bello trovare un nome, bello.

vuoi condividere?

Scrivi commento

Commenti: 0