Milano, dopo la strage, che fare?

Al palazzo di giustizia di Milano ci sarò stato dai primi anni novanta ad oggi una ventina di volte, sono entrato e uscito da tutte le entrate, non ho mai avuto la sensazione che fosse un luogo insicuro neanche quando non sono passato sotto il metal detector. La stessa cosa vale per altri uffici giudiziari sparsi per la nostra penisola, c'è stato è vero sempre qualche mattarello che andava in escandescenze, c'è stata una volta che in mezzo ci si è trovato un mio amico e gli è preso un coccolone. Quando succedono queste cose ci si domanda sempre

come sia potuto accadere, in genere se ne parla per qualche giorno, per qualche giorno si intensificano le misure di sicurezza e poi si torna al tran tran quotidiano. Stavolta è diverso, il mattarello ha ucciso le persone che voleva uccidere e poi è uscito, avesse pianificato la fuga forse staremmo parlando di un latitante pericoloso in giro. Quando ci sono i morti, un giudice, un avvocato, un imputato, praticamente tutti i principali protagonisti di un legal drama, non si può scherzare. Però dobbiamo anche farci le domande giuste. Come è potuto entrare, si dice, un uomo armato in un palazzo che dovrebbe essere protetto? Ha sfruttato una falla nel sistema, l'abito fa il monaco, uno con una giacca e una borsa mica può essere un criminale, i criminali sono gli zingari, quelli che si vestono come capita con quello che hanno, che non si sbarbano con regolarità o che non hanno la barba lunga ma non curata. La prima falla è questa, uno che vuole ammazzare non porta un cartello al collo. Tutti devono essere controllati, giacca o non giacca. Lo stesso vale per le entrate e le uscite, metal detector per tutti e vigilanza, preferibilmente, armata. Vigilantes? Forze dell'ordine? Esercito? Qualcuno che porti una divisa. Quanti? Così su due piedi non saprei dire ma certo bisogna coprire un certo numero di ore, dalla mattina quando arrivano quelli che portano i rifornimenti per il bar e l'edicola, alla sera quando finiscono le udienze. Lo avete già capito, non si tratta di una cosa banale, si tratta di metterci la testa e anche un mucchietto di soldi. Le cose che mancano di più in questo momento. A questo punto si introduce un'altra questione: solo Milano? Solo Milano ha falle nel sistema di sicurezza, oppure solo Milano deve essere protetto? Ad occhio e croce, mi sentirei di dire che secondo il metro che utilizziamo, troviamo un certo altro numero di uffici giudiziari in quelle stesse condizioni, di nuovo la testa e i soldi. Se poi volessi essere polemico con le soluzioni buone per fare un titolo sui giornali, dovrei per forza inserire un certo altro numero di palazzi istituzionali che dovrebbero essere protetti, mi viene da pensare ai palazzi comunali. A Roma ultimamente ci sono state manifestazioni dentro l'aula Giulio Cesare mentre si svolgeva il dibattito del consiglio comunale, siamo sicuri che fra i manifestanti non ci fosse qualcuno potenzialmente in possesso di un'arma da fuoco? No non si può essere sicuri. Si dice sempre che il terrorismo non deve riuscire ad istillare la paura, che l'obiettivo è proprio quello di farci guardare ogni altro nostro simile come un potenziale pericolo, perché adesso dovrebbe essere diverso? I potenziali obiettivi per fare danni sono così tanti che solo ad elencarli diventeremmo tutti vecchi. La soluzione, buttandola così, a naso, non può essere più guardie, più chiavistelli, più controlli, non sarebbe possibile e non sarebbe, per me, desiderabile. Poi ci sono le questioni ideologiche che la strage compiuta dall'imputato di bancarotta fraudolenta, non di rapina a mano armata, non di omicidio, ha prodotto: ci sono quelli che dicono, infami fra gli infami: la gente è esasperata quindi non giustifico ma capisco. Uno squilibrato ammazza nel palazzo di giustizia e diventa un mezzo eroe che si è vendicato dello Stato che non ci aiuta. Ecco tutta questa retorica della disperazione che spinge a gesti inconsulti mi ha veramente sbomballato i cabbasisi come direbbe quello. Poi ci sono gli altri, i magistrati: la colpa sarebbe della legge sulla responsabilità dei giudici che avrebbe delegittimato la sacra funzione. Davvero, porca puttana, davvero chi dice queste cose ci crede? Quindi se un criminale spara ad un poliziotto la colpa sarà della legge contro la tortura? Oggi che parla un giudice siamo d'accordo, domani che lo dirà Gasparri o Giovanardi, diremo che è una cazzata? Possiamo stabilire che magistrati e poliziotti non commettono errori per definizione e chiudiamo il cerchio, anzi il cancello e le sbarre intorno alla società.

Ascoltando i punti di vista che ho rappresentato seppur sommariamente direi che c'è un problema, ma questo problema non c'entra niente con uno squilibrato che commette tre omicidi e ne avrebbe compiuto almeno un altro, se pensiamo che un omicida abbia delle ragioni o che i magistrati non debbano essere responsabili delle loro azioni, non faremo tanta strada.

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