Colosseo: si potrà scioperare ma senza assentarsi

Per prima cosa voglio fare l'elogio del signor john smith, quello che con la sua sola esistenza è riuscito a far cadere l'infame potere sindacale sulle opere d'arte, sulla cultura, sulla credibilità del nostro paese e in fondo, se ci pensiamo bene, sull'italica stirpe.

I sindacalisti nemici dell'Italia stavolta l'hanno fatta davvero grossa: mister Smith ha speso migliaia di dollari, ha macinato 9000 chilometri, ha superato tempeste e marosi per trovarsi davanti un cartello che lo invitava ad aspettare ancora tre ore.

Come sia stato possibile un delitto simile è presto detto: i sindacalisti che tengono in ostaggio le opere d'arte, volevano che i lavoratori da loro rappresentati fossero pagati per un lavoro svolto appena dieci
mesi prima, ma che vergogna è mai questa! Non ci sono più gli ideali di un tempo, non si combatte, non si crede, non si ubbidisce.
Signora mia qui anche l'operaio vuole il figlio dottore, certo di questo passo chissà dove si arriverà.
I fatti sono noti: i rappresentanti dei lavoratori rispettando la legge, hanno fatto rispettosa istanza per riunirsi pacificamente e senza armi durante l'orario di lavoro. Il ministero dei beni culturali ha dato la propria autorizzazione e fornito i locali idonei alla bisogna, dimenticandosi però di avvertire mister novemila chilometri e migliaia di dollari spesi. La misura è colma ha sbottato il capintesta del ministero, lazzaroni ha tuonato il guitto fiorentino, inaccettabile ha fatto eco il chirurgo prestato alla
politica, da qui l'ondata di indignazione, la corsa all'iperbole più ardita, all'insulto più graffiante. Chiedere di riunirsi perché non si viene pagati si può fare, scioperare per i propri diritti si può
fare, ci mancherebbe, solo che bisogna farlo senza riunirsi e senza scioperare. John Smith non lo capirebbe, ha fatto novemila chilometri, ha speso migliaia di dollari, oggi è l'uomo del giorno,
la goccia che ha fatto traboccare il vaso. I soldi reclamati dai ricattori arriveranno, il capintesta del ministero nel cui ufficio mai si spegne la luce, è riuscito con solo dieci mesi di ritardo a
ottenere la promessa del pagamento. Resta la questione del mister chilometri e dollari, si è ripetuta la frase che si dice sempre quando colpisce un disastro idrogeologico o quando crollano i muri di
una scuola: mai più! Poi arrivano altri disastri e crollano altri muri, ma questa volta no, questa volta non sarà più possibile. Le riparazioni non si fanno ma cambiare una legge ci vuole un attimo. I
beni culturali fanno parte dei servizi pubblici essenziali? Da na cifra de tempo direbbe Pampurio. Non ne sono mai stati fuori. Come gli ospedali, come i tribunali, come i trasporti per rimanere agli
esempi fatti dal capintesta e dal guitto. E allora che c'è di nuovo?
Qui entra in gioco il mister dal nome inventato, adesso il servizio essenziale diventa la biglietteria. Non la custodia, la tutela, la conservazione come è sempre stato, i biglietti, l'ingresso alla
struttura. Puoi reclamare i tuoi diritti, l'assemblea non si tocca, lo sciopero per carità non è in discussione, basta che il Colosseo o uno qualunque dei musei pubblici o privati, statali o comunali
restino aperti, cioè se arriva uno dall'Australia deve entrare, ma anche uno da Anagni o Frosolone. Puoi fare lo sciopero ma senza assentarti dal lavoro, puoi fare l'assemblea ma senza riunirti,
perchè devi garantire che il bene sia custodito, tutelato, conservato e che il pubblico entri normalmente. Metti che uno ha fatto novemila chilometri e ha speso migliaia di dollari, mica può
aspettare i tuoi comodi che non prendi una parte della tua retribuzione da dieci mesi. Per questo dobbiamo ringraziare l'anonimo turista utilizzato da Renzi, Franceschini e Marino, perché il nostro
tasso di libertà si è alzato, reclamare i propri diritti è una cosa vecchia. Se devi pagare le imprese che avanzano i soldi dalla pubblica amministrazione (giustamente) ci fai le trasmissioni
televisive, se devi pagare il lavoro fatto dagli impiegati ci fai una legge per impedirgli di organizzarsi. Un gran passo avanti non c'è che dire, figuracce non ne faremo più. Basterà introdurre, con una
prossima legge i gradi al posto delle qualifiche, l'archeologo lo chiami tenente, l'addetto alla sorveglianza lo chiami caporale , il dirigente lo chiami colonnello e poi fai imparare a memoria la
formuletta che recita: usi ad obbedir tacendo. Altro che assemblea, altro che sciopero. La vera riforma del lavoro pubblico è questa. I nostri problemi di cittadini italiani saranno finalmente risolti, non
diremo più: questa è l'Italia; non diremo più: l'ennesima figuraccia internazionale; non diremo più: i soliti privilegiati, fannulloni del lavoro pubblico. Ci concentreremo sui disastri idrogeologichi, sulle aule che cadono in testa ai nostri figli, sul lavoro che manca, sulle case che mancano, ci concentreremo e potremo glorificare la fantastica opera di quelli che con amore ci governano.
Anche se è uno straniero, grazie mister Smith!

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Commenti: 1
  • #1

    Elisa (lunedì, 21 settembre 2015 17:06)

    2011 - ....la disdetta del gruppo Fiat da “tutti i contratti e accordi collettivi aziendali e territoriali vigenti” provoca una valanga di reazioni politiche e sindacali con Cgil e Fiom pronte allo sciopero e le altre sigle che si tirano indietro. E la conseguenza più immediata ed evidente della scelta di Marchionne è proprio la nuova rottura del fronte sindacale dopo i tentativi di unità che avevano scandito l’ultima fase del governo Berlusconi all’insegna della crisi e degli assalti all’articolo 18. A prestare il fianco all’operazione voluta da Marchionne, che il 3 ottobre scorso aveva avuto un assaggio a Pomigliano con l’addio a Confindustria, è il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che si è detto pronto a sottoscrivere un contratto nazionale dell’auto a parte. “E noi lo faremo, con regole nazionali che valgono per tutti gli stabilimenti e regole aziendali specifiche in modo di avere accordi che si adattino alle realtà dei vari territori ”, taglia corto. Mentre monta la polemica e Cgil e Uil alzano il tiro e parlano di sciopero ancora Bonanni avverte che la Cisl non sciopererà contro la decisione di estendere il modello di contrattazione decentrata di Pomigliano vanificando in un colpo la speranza delle altre sigle di sabotare dall’interno l’operazione Marchionne e quanto meno limitarla all’ambito Fiat.
    Perché dalle parole di Susanna Camusso, leader della Cgil, si capisce bene quale sia la grande paura: che la strada imboccata da Fiat per l’auto possa essere seguita da altri comparti con effetti devastanti sul diritto del lavoro. “Un grande sindacato confederale non può mai accettare un’azienda che decida di escludere altri sindacati. E lo dico in particolare a Cisl e Uil”, ha affermato la Camusso parlando con i giornalisti a Firenze a margine del convegno ....

    ecc...ecc...ecc...

    Forse qualcuno si ricorda ancora quando è iniziato tutto questo - quando a gran voce si sono demoliti i diritti sindacali e i diritti di contrattazione a difesa del lavorotore e non alla vendita al miglior offerente come fecero cisl e uil, che sindacati non sono. Ma andiamo oltre... a cinque anni da questa tragedia intere fasce di lavoratori si trovano oggi in regime di schiavitù a cui giustamente mancavano i lavoratori del pubblico impiego...
    Questo signori è solo l'inizio della fine