Assenteismo a Sanremo: licenziateli o licenziatevi

Lo sai questo è il pubblico, le teste devono saltare.” Troviamo questa fase in un film americano, dovrebbe essere tradotta ora a Sanremo, la città dei fiori.

Alcune riflessioni vengono così senza neanche farci un ragionamento, vabbè diamo la presunzione di innocenza, sicuramente fra le decine di dipendenti comunali arrestati o indagati per truffa ai danni nostri e dei loro parenti, ci sarà qualcuno che non c'entra un benemerito ciufolo. Fatta la premessa garantista, c'è da essere infuriati.

Nel bel mezzo della polemica sui rinnovi contrattuali dei dipendenti pubblici, ci si mettono questi manigoldi che abbiamo visto in mutande e pagoda, a spingere la discussione sul lavoro pubblico nella stessa e solita questione dei fannulloni.

Quindi si impongono soluzioni draconiane: il sindaco di Sanremo e la sua giunta si devono dimettere, il

dirigente del personale deve essere mandato in un luogo lontano, le persone coinvolte direttamente devono essere licenziate in attesa del procedimento penale. Non ci sono scuse, bisogna avere una mentalità altamente criminale per comportarsi nel modo che ci hanno rappresentato i video a disposizione di tutti. Chi si comporta in questo modo, chi scappa dai propri doveri professionali in questo modo, dimostra di non rendersi conto di dove si trova, di quale epoca attraversiamo, del carico di sofferenza legata al lavoro che manca o è precario. Sinceramente se un bel gruppo di lavoratori vittime della crisi o disoccupati andassero sotto il municipio o davanti alle case di questi disgraziati, senza violenza ma solo col la forza della presenza e del silenzio, stapperei una bottiglia di vino di Pellaro. Sarebbe una cosa fichissima, la lotta di classe come deve essere, gli sfruttati contro i profittatori. Il sindaco, via. La giunta, via. Sono loro i primi responsabili. La frase del film americano non è giustizialismo, ci racconta uno stile, se arrivi in un posto e ti accorgi che quelli che comandano sono persone serie, novantanove su cento si comportano seriamente. Se l'ambiente non ha uno stile consapevole del proprio ruolo nella coesione sociale, ognuno è portato a fare come meglio si sente, molti bene, un bel numero male. Giustifichiamo qualcuno in questo modo? Ma come ti viene in mente. Sosteniamo una tesi diversa: il settore pubblico viene svalutato dalla mancanza di risorse, dalla mancanza di un progetto semplice e chiaro e dall'assenza di uno stile di servizio che non sia servilismo ma garanzia di legalità per i cittadini, in primo luogo quelli con meno mezzi.

Discorso a parte merita il sindacato. Troppe volte è troppo timido, lo so che ci sono mille casi di denuncia, lo so che certa gente viene difesa solo da certi sindacati autonomi ditte individuali, lo so che la stragrande maggioranza di dipendenti pubblici si guadagna il suo stipendio. Tuttavia c'è ancora troppa timidezza e questa timidezza si rivolta in primo luogo proprio contro l'organizzazione sana dei lavoratori. I danni sono esterni, le controparti ti guardano dall'alto in basso, fanno i sorrisini, al momento giusto ti rinfacciano il comportamento dei birbaccioni. Poi ci sono i danni interni, hai voglia a promuovere lo sciopero per il contratto quando una quota dei possibili beneficiari è corrotta, che gliene frega a quelli del rinnovo contrattuale, come fregano noi e i loro parenti sull'orario, possono fare qualunque cosa. Se ci sono i corrotti l'ambiente per gli onesti è malsano, in questo il sindacato dovrebbe essere meno timido, se ci si accorge di un comportamento sbagliato bisogna trovare il modo di correggerlo, se non ce se ne accorge, c'è un problema. Potrebbe valere per il sindacato di quel posto, quello che deve valere per il sindaco, la giunta e il capo del personale.

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