Contratto statali, la mobilitazione e una critica

Quello che ha fatto il governo a proposito del rinnovo dei contratti pubblici è grave. Stanziando risorse inadeguate al recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni, ha deciso di farsi beffe della famosa sentenza della Corte Costituzionale e dei lavoratori che portano avanti i servizi. Hai voglia a concionare, le chiacchiere stanno a zero, la triplice Renzi, Padoan e Madia ha fatto una cosa che ricorda troppo da vicino il gioco delle tre carte, un

un magheggio, una truffa, uno sberleffo. I sindacati giustamente si sono incazzati e hanno definito in tutti i modi denigratori possibili il comportamento degli illustri statisti. Un corridoio umanitario ove discutere, al momento è escluso.

La piattaforma dei sindacati parla chiaro: aumenti salariali, liberazione della contrattazione decentrata, sblocco del turn over, per farla breve richieste che mettono in causa la manovra finanziaria fino a cambiarne verso, sul serio. Si è aperto da subito quello che si chiama con linguaggio un po' involuto il percorso di mobilitazione, cioè assemblee sui posti di lavoro e presidi nelle strade, per arrivare ad una manifestazione il prossimo 28 novembre e se non basterà, con l'appoggio delle confederazioni, ad uno sciopero generale di tutti i lavoratori pubblici compresi quelli della scuola. Non manca niente. Renzi che ti aspettavi, baci e abbracci?

Per me manca qualche cosa, se mi fosse capitato giuro che lo avrei detto, magari non sarebbe cambiato niente però l'avrei detto, per questo lo dico.

Penso che senza il sindacato, anche un sindacato un po' traballante per i colpi che ha preso, il lavoratore sia più solo davanti al padrone, anche al padrone pubblico. Tutti quelli che si risolvono a levarsi la tessera perché il sindacato non fa abbastanza, perché non riusciamo a tenere le conquiste degli anni passati, perché ogni giorno è peggio, li considero male. Si indeboliscono loro e indeboliscono tutti gli altri, no, non li considero traditori, capisco la loro arrabbiatura, capisco la loro delusione, soltanto dico che l'autolesionismo non è una soluzione. Direbbe quello: ne usciamo collettivamente, tutti insieme, o siamo annientati individualmente, uno per uno, uno alla volta. Detto questo torniamo a quello che penso della mobilitazione: è giusta. Metterei una tenda sotto il palazzo della Madia da oggi fino a quando non si raggiunge un risultato tangibile, farei intervenire ogni giorno lavoratori di posti diversi a raccontare cosa significa rendere un servizio pubblico e li farei stare li sotto, senza schiamazzi, con la forza delle ragioni che possono portare tutti quelli che fanno funzionare quello che la politica del governo intende sfasciare. Ma questo è un dettaglio, magari i sindacati l'hanno già deciso. Le assemblee sui posti di lavoro, caspiterina ce n'è bisogno, spiegare la piattaforma, il perché e il percome delle richieste, magari metterci dentro pure la sterilizzazione della legge Brunetta, spiegare che c'è bisogno di tutti, spiegare che questo è il momento, spiegare che a lamentarsi e non fare mai niente, finisce che si muore sgolati e insoddisfatti. Presidi nelle città e nei posti di lavoro, raccolta di firme fra i cittadini dal titolo: “il nostro servizio dipende anche da te”, dico così per dire. Era solo per sottolineare che se chi usa i servizi pubblici capisce che se vanno a puttane, il primo a rimetterci è proprio lui, magari capisce pure che il problema non sono i licenziamenti più facili e già possibili, per quelli che li meritano, ma il fatto che chi governa non investe, non programma, non scommette sulla soddisfazione dei cittadini. Detto pure questo mi rimane l'ultima cosa: sabato 28 novembre per la manifestazione è uno sbaglio. Con tutto quello che ha fatto il governo, la mobilitazione doveva avere come sbocco lo sciopero e doveva averlo immediatamente, andava bene pure venerdì 27 con annuncio immediato. Oppure una cosa al volo, nella prima metà di novembre un paio d'ore, secche e precise, per cominciare, in mezzo alla mobilitazione. Non sono un patito delle manifestazioni o degli scioperi, li considero strumenti, una zappa, deve zappare. Se dico che mettono per gli aumenti una mancia, la mia azione deve essere conseguente, contro la mancia, io sciopero. Subito. Credo di conoscere tutte le possibili obiezioni alla mia argomentazione e chi ha deciso per la manifestazione del 28 certamente avrà ragione, io penso che se la manifestazione, che sarà grandiosa e partecipata, non otterrà il risultato sperato, a quel punto lo sciopero nazionale potrebbe essere indetto, realisticamente, per la seconda metà di gennaio, dal mio punto di vista troppo lontano. Comunque anche in quel caso, lo sciopero lo farò, non voglio, senza sindacato, stare solo come un pulcino e bagnato come un cane.


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