Le stragi di Parigi e tutto il resto

Le stragi parigine e quelle minacciate nel resto d'Europa portano a casa nostra la commozione figlia della paura. Temiamo che possa toccare a noi di incontrare un esaltato che in nome di chissacchì, decide di fare come quello con i filistei. Siamo commossi perché vediamo in quei corpi smaciullati dalle cinture esplosive noi e i nostri cari, non è una commozione universale. Quando le stesse stragi incontrano altri continenti, altri corpi, le vediamo scintille lontane, dimenticarle è un attimo. Il mio non è un giudizio morale, questo comportamento è comprensibile, senza una adeguata dose di cinismo non si vive. Se però mi rendo conto che per qualche motivo sono diventato l'obiettivo casuale di un aspirante martire allora devo cercare una risposta, delle soluzioni.



La risposta sembra essere facile: abbiamo a che fare con matti esaltati che vogliono sbrigarsi a prendere il loro carico di latte e miele, gente fuori dal mondo, dalla modernità, gente che non condivide i nostri valori. Diciamo la verità, la natura del contendere un po' ci sfugge, vogliono un califfato e chissà cosa sarà, vogliono applicare una legge che discende direttamente dalla loro religione e tutta altra roba che appartiene più alla sfera delle aspirazioni che a quella della politica concreta. Non sai da che parte girarla, in passato ci sono stati movimenti che hanno usato le bombe e hanno pure ammazzato degli innocenti in Europa, ma si trattava di qualche cosa terribile che però poteva pure risolversi con la politica, non volevano sterminare chiunque se stessi compresi, volevano sterminare i loro nemici e riconoscendoli come nemici implicitamente erano pronti a farci la pace. Qui la categoria amico nemico è stata superata tornando a Sansone. Mi scuseranno i cultori della materia qui il sansonesimo è utilizzato soltanto per la celebre frase che ci è stata tramandata: spicciamo tutti. Vabbè, allora sono matti e questo risponde alla domanda su chi siano, ora dobbiamo cimentarci con le soluzioni. C'è la paura, il primo riflesso è in genere isterico, vedi uno moro con la barba e uno zainetto e gli mandi accidenti e maledizioni, vedi gli straccioni sul barcone e speri che affondino, figurati ti viene da pensare se un terrorista non approfitta del passaggio fra le coste africane e quelle italiane, uno va a farsi esplodere mica si preoccupa del confort, di essere rinchiuso in un centro a tempo indeterminato, di farsi mangiare dai pesci, di essere fortuitamente scoperto. La prima soluzione è quindi quella del cemento e del ferro: muri e filo spinato in ogni centimetro di terra disponibile, dove non è possibile li fermeremo sul bagnasciuga. Più controlli, più schedature, più rimpatri, più controllo sulle religioni malvagie, sugli imam, carcere senza tanti complimenti, invasione dei paesi sospettati di collusione con il terrore, un politico, scusate il termine, che va per la maggiore, oltre a tutto questo carcerume, ha proposto di mandare i soldati in Libia e in Siria, lo ha fatto proprio nell'immediato, mentre i corpi a Parigi erano ancora caldi. Non ha detto contro chi, non ha detto per fare cosa. Per rispetto del foglio bianco non ne scriverò il nome. Poi c'è la versione educata la chiamerei quella della forchetta a tavola: ci vuole più intelligence, no le invasioni, no i carri armati, l'intelligence. I soldi che buttate nei fuciletti buttateli negli 007, in questo modo si potranno prevenire gli attentati e naturalmente vincere la guerra del terrore. Si trascura il fatto che se arriva una segnalazione con su scritto: domani attentato a Parigi hai voglia di essere intelligente, ti tocca metterti a pregare perché gli obiettivi in questa situazione sono così tanti da essere praticamente indifendibili tutti e tutti nella stessa maniera. Come è noto infatti il problema della via di fuga è stato risolto dai moderni terroristi in maniera radicale: non ce ne frega un ciufolo di uscire, ci basta entrare o avvicinarci. Ma poi, più intelligence, che vuol dire? Più soldi a chi rimane segreto, metodi più sofisticati di schedatura di massa, omicidi mirati? Che vuol dire, di grazia, più intelligence? Per fortuna i turchi hanno fatto scoppiare un aereo russo che svolazzava nei loro paraggi, la reazione di Putin è stata esplicita: la Turchia aiuta i terroristi. Cavolacci, potremmo invadere la Turchia e così restituire, proprio a loro, le canzoni del repertorio popolare che hanno ispirato. Sarà la Turchia? Sarà l'Arabia Saudita, il Qatar? E dietro questi paesi chi c'è? L'uno o l'altro? Lo sanno tutti e più di tutti lo sanno i protagonisti, non è una questione morale, sono tante questioni politiche e di interesse che si sono intrecciate in una particolare area geografica. Gli 007 di un paese non cooperano con quelli di un altro paese perché i due paesi hanno interessi contrapposti, magari non antagonistici al punto di scatenare un conflitto esplicito, ma sufficientemente forti da giustificare l'utilizzo di mezzi non convenzionali a mezzo terzi soggetti. Abbiamo sbragato Saddam perché era un feroce dittatore, abbiamo sbragato Gheddafi perché era un feroce dittatore e si tingeva pure i capelli, non l'abbiamo fatto per senso di giustizia, per la commozione universale, altrimenti hai voglia a bombardare in giro, l'abbiamo fatto sperando che andasse in porto una qualche operazione che ci portasse vantaggi di qualche tipo. Ecco se qualcuno vuole sconfiggere il terrorismo bisogna che smetta di servirsene, bisogna che si arrivi alla conclusione che i nodi politici ad un certo punto devono essere risolti. Se dovessi dire una cosa sarebbe questa: ci serve una soluzione. Per chi?

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