Il ministro, la ricercatrice, il fallimento. - di Renato La Manna-

 

Mi hanno colpito due post su FaceBook.

 

 

 

Il primo post è di Stefania Giannini (linguista, glottologa), Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca del governo Renzi dal 22 febbraio 2014.

 

 

(Nel 2013 è candidata

 

in Toscana nella

 

lista Con Monti per l'Italia alle elezioni politiche, viene eletta senatrice. Il 16 novembre dello stesso anno, l'Assemblea di Scelta Civica la nomina nuova segretaria e coordinatrice politica del partito.

 

Il 17 aprile 2014 viene ufficialmente candidata alle elezioni europee come

 

capolista di Scelta Europea, la lista si ferma allo 0,7% dei voti e non ottiene

 

alcun seggio; la stessa Giannini raccoglie solo 3 000 preferenze.

 

 

Dal 6 febbraio 2015 è membro del Partito Democratico).

 

 

 

Il Ministro nel post si complimenta per la ricerca italiana, ecco il testo:

 

 

Stefania Giannini:

 

 

Un'altra ottima notizia per la ricerca italiana. Colpisce positivamente il dato

 

del numero di borse totali ottenute dai nostri ricercatori, che ci posiziona al

 

terzo posto insieme alla Francia. Ma, soprattutto, colpisce il fatto che siamo

 

primi per numero di ricercatrici che hanno ottenuto un riconoscimento.

 

Complimenti ai nostri ricercatori e alle nostre ricercatrici!”

 

 

 

Bene, cerchiamo di capire di cosa parla:

 

si tratta dei finanziamento del Consiglio europeo della ricerca (CER) sono aperti a ricercatori di eccellenza di qualsiasi età e nazionalità che intendono svolgere attività di ricerca di frontiera nei 27 Stati membri dell’UE o nei paesi associati.

 

Fino a qui tutto bene, ma qualche ora fa salta fuori un altro post, sempre su

 

Facebook. Il post è di una di quelle ricercatrici, Roberta D’Alessandro

 

(linguista).

 

 

 

Ecco il post:

 

Roberta D’alessandro:

 

Ministra, la prego di non vantarsi dei miei risultati.

 

La mia ERC e quella del collega Francesco Berto sono olandesi, non italiane. L'Italia non ci ha voluto, preferendoci, nei vari concorsi, persone che nella lista degli assegnatari dei fondi ERC non compaiono, né compariranno mai.

 

E così, io, Francesco e l'altra collega, Arianna Betti (che ha appena ottenuto 2 milioni di euro anche lei, da un altro ente), in 2 mesi abbiamo ottenuto 6 milioni di euro di fondi, che useremo in Olanda. L'Italia ne può evidentemente fare a meno.
Prima del colloquio per le selezioni finali dell'ERC, ero in sala d'aspetto con altri 3 italiani. Nessuno di noi lavorava in Italia. Immagino che qualcuno di loro ce l'abbia fatta, e sia compreso nella sua "lettura personale" della statistica.

 

Abbia almeno il garbo di non unire, al danno, la beffa, e di non appropriarsi di risultati che italiani non sono. Proprio come noi.

 

Vada a chiedere alla vincitrice del concorso per linguistica informatica al Politecnico di Milano (con dottorato in estetica, mentre io lavoravo in Microsoft), quante grant ha ottenuto. Vada a chiedere alle due vincitrici del concorso in linguistica inglese, senza dottorato, alla Statale di Milano, quanti fondi hanno ottenuto. Vada a chiedere alla vincitrice del concorso di linguistica inglese, specializzata in tedesco, che vinceva il concorso all'Aquila (mentre io lo vincevo a Cambridge, la settimana dopo) quanti fondi ha ottenuto.

 

Sono i fondi di queste persone che le permetto di contare, non i miei.”

 

 

 

Che dire, un vero e proprio fallimento per l’Italia, un paese dove chi vuole vedere riconosciuto il frutto del proprio lavoro, può solo emigrare.

 

 

 

Chi legge non si rallegri troppo, il problema coinvolge tutti i campi!

 

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Commenti: 1
  • #1

    Aurora Bianco (martedì, 16 febbraio 2016 09:04)

    E' un vero peccato che l'Italietta corrotta costringe i cervelli migliori ad affermarsi all'estero, dove riescono a trovare il giusto riconoscimento delle loro capacità, mentre qui trovano spazio solo gli ignoranti raccomandati.