Riqualificare la giustizia: storia di un processo e di una notifica -cosimo arnone-

 

I fatti sono di metà 2012, fra moglie e marito qualcuno ha messo il dito e lei è sbottata: un po' di parolacce, una minaccia. Davanti a testimoni. Il marito non si tiene l'onta è presenta il giorno dopo la querela. Nei primi mesi del 2013 comincia il processo: minacce e ingiurie. Nel 2013 quindi il giudice di pace ha davanti la cosa nella sua enormità e infatti tanto è 

 enorme, non si riesce non si sa, per quale motivo a sbrigarla, sia come sia sia si arriva ai giorni nostri: rinvio dell'udienza al 6 maggio 2016. Qui proprio qui comincia la storiella.

Il rinvio al 6 maggio è disposto e comunicato dal PM il 26 aprile, secondo il nostro codice di procedura penale i termini per convocare le parti sono già scaduti, tuttavia la macchina infernale è già in moto: la segreteria prende la convocazione, la mette in una busta e la manda per posta agli ufficiali giudiziari, arriva a quei loschi figuri il 3 maggio dopo le 11, nessun segno distintivo dell'imminenza dell'udienza, nessuna richiesta urgente, soltanto un pezzo di carta insieme ad altri pezzi di carta. Non fa niente, va bene pure così. Finalmente l'atto arriva all'ufficiale giudiziario, lo guarda, si accorge per conto suo che siamo fuori da ogni termine ragionevole, tuttavia una volta che l'atto l'hai in mano tu, devi lavorarlo, lo metti insieme agli altri e via andare. Il destinatario è la parte offesa l'ingiuriato, il minacciato, sta, solo andata, oltre cinquanta chilometri dall'ufficio, vabbè è il mio mestiere, pensa l'ufficiale giudiziario e si incammina. Giunto alla ridente cittadina rimane da capire dove si trovi l'indirizzo esatto, il navigatore delle macchina non aiuta perché deve essere aggiornato, google maps non aiuta perché non riporta proprio il nome della via, l'altra app “tutto città” idem come sopra, lo stradario cartaceo aggiornato al 2014 dimostra la sua inutilità. Avessi sbagliato a leggere pensa, macchè l'atto giudiziario in questo è precisissimo. Chiama i vigili urbani il solerte ufficiale giudiziario per tigna e per vedere l'effetto che fa, scoprire un nuovo indirizzo. Alla terza chiamata risponde una bella voce squillante, la via esiste, il vigile fissa un appuntamento e si offre di accompagnarlo, cosa che infatti farà. La via c'è è piccolissima. La chiamerei una rientranza sui citofoni non ci sono i nomi di nessuno, ci sono i numeri, benedetta privacy. L'ufficiale giudiziario suona tutti i citofoni, risponde un inquilino. Si conosco il destinatario, non sta più qui da tempo, non so dove si sia spostato. La relazione sarà negativa, la parte offesa non si presenterà il processo dovrà essere rinviato, la prescrizione sicura.

 

Ora tutta sta filippica per dire che la giustizia deve essere appunto riqualificata e ci sono cose che le quattro carte che ho raccontato, raccontano. Prima cosa:per due parolacce avvenute a luglio tu mi porti a processo a marzo e arrivi a concludere, anzi come si vede non si concluderà, quattro anni dopo? Davvero pensi che sta cosa funzioni? Seconda cosa: si può fare un processo per quattro parolacce con le stesse forme di un processo per rapina? No cavolo non può essere. Le parolacce e le minacce devono essere punite sia chiaro, ma io contesto che ciò debba avvenire con le stesse forme di un processo per rapina. Se si parla di ingolfamento delle aule di giustizia questo è un motivo. Diventa un meccanismo infernale che produce ingiustizia di prossimità. Terza cosa: ma non c'è nessuno che tiene il tempo dei termini giudiziari, si procede come viene viene? Quarta cosa: fra gli uffici giudiziari ancora si mandano la posta con le bustone gialle? Siamo in una macchina del tempo alla rovescia e questo non va bene, certo la prescrizione è importante, certo le intercettazioni sono importanti, ma sembra che nessuno di chi mette mani nelle norme sulla giustizia abbia pensato alla giustizia dalla parte del cittadino o della cittadina. Si guarda a queste cose dall'ottica del magistrato e allora via alle cose che servono ai magistrati, si guarda con l'ottica dell'avvocato e via con le cose che servono agli avvocati. Non è una cosa buona la giustizia ridotta a terreno di contesa fra diversi interessi corporativi. Questo processo che non si farà è costato un sacco di soldi ai contribuenti, contribuirà ad ingolfare l'arretrato giudiziario, farà statistica sulla prescrizione. L'unico a guadagnarci è stato l'ufficiale giudiziario che ha ottenuto come rimborso per aver fatto 110 chilometri con la propria automobile e tre telefonate ai vigili urbani col proprio telefono, la virgola è al posto giusto, euro 2,18. Non è uno scherzo.

 

La questione quindi emerge prepotente: bisogna mettere mano alla normativa che impedisca di trattare cose diverse in modi uguali, bisogna riqualificare chi lavora nella giustizia per essere efficaci oltre che efficienti. Non mancano le professionalità manca un progetto che le valorizzi.

 

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Commenti: 4
  • #1

    Enzo Gattullo (giovedì, 05 maggio 2016 21:11)

    Caro Cosimo, ma tu davvero ancora credi che in Italia si voglia far funzionare la giustizia?
    La giustizia che funziona, ricordalo, fa paura al potere. A "qualsiasi" potere. Quindi, è meglio che le cose vadano come vanno.
    Con Affetto.

  • #2

    Francesco laquidara (venerdì, 03 giugno 2016 07:45)

    Comincio a pensare che è inutile ripetere lamentele che così la giustizia come impostata non funziona. Gli alti livelli lo sanno ma a loro non conviene farla funzionare. Si sa nella confusione qualcuno ci guadagna. Tanto alla fine tutti discolpati. Il solo sul quale far ricadere le colpe è facile trovarlo! Eccolo:il titolare della notifica cioè l'ufficiale giudiziario. Non importa se poi la notifica gli è stata consegnata già fuori termine. Importante dire in udienza manca la notifica senza controllare chi ha omesso o ritardato le proprie attività. Quando si dice manca la notifica si pensa subito all'ufficiale giudiziario e già si è trovato il responsabile del mal funzionamento della giustizia.

  • #3

    Alberto Granieri Galilei (domenica, 05 giugno 2016 12:17)

    Signor Cosimo Arnone, non hanno tutti i torti a pensare che l'Ufficiale Giudiziario sia, a volte, il responsabile di un malfunzionamento. Certo Lei avrebbe fatto meglio i nostri interessi - e quelli della Giustizia - se insieme ai suoi colleghi sindacalisti non avesse affossato il DDL Berselli.

  • #4

    cosimo arnone (lunedì, 06 giugno 2016 17:53)

    Signor Alberto, veramente nell'articolo io sostengo una tesi diversa da quella che mi attribuisce, riguardo invece alla vicenda di cui parla credo che non sia abbastanza informato.