Elezioni comunali, la sinistra ah la sinistra. - cosimo arnone -

 Vabbè mica dobbiamo farla tanto lunga, Stefano Fassina dopo i risultati elettorali ha dichiarato: “a Roma la sinistra esiste e ha le basi per poter crescere. Bisogna avviare un percorso autonomo.”

 

Paolo Ferrero che non a caso è segretario di Rifondazione comunista, ha mostrato fin dal mattino un profilo più vasto, più da leader nazionale: “De Magistris, Airaudo, Fassina, Rizzo: la sinistra c'è.”

 

Io sono contrario alla vulgata secondo la quale con un certo numero di indizi si arriva alla prova, sopratutto quando la prova è provata. Fassina e Ferrero hanno fatto dichiarazioni sulle quali, se contassero qualche cosa, i comici riempirebbero sette o otto spettacoli.
Io sto da questa parte del fiume, affondo con chi affonda, forse però nei panni della coppia Fassina - Ferrero, la

 

 

metterei così: la sinistra c'è, però noi non la abbiamo trovata. Possibile che neanche i numeri nudi e crudi ci convincano delle nostre debolezze?

 

Siamo sempre dalla parte giusta pure se non ci votano neanche i parenti stretti. Sinceramente econ gran simpatia per tutti noi, per i miei amici che si sono spesi con generosità in questa campagna elettorale, io penso che stiamo raschiando il fondo del barile, cioè siamo nel posto e nel momento in cui l'ingenuità diventa una colpa grave.

 

Va bene tutto, in primo luogo il percorso autonomo sopratutto se si riesce a spiegare di cosa si tratta. Infatti uno può fare un percorso autonomo dotandosi di una struttura organizzativa, di un programma e compagnia cantando e dialogare, fare politica, valutare il momento; oppure può fare un percorso autonomo che significa invece autoisolamento nella ridotta della tribù, non dell'ideologia, non dei principi, della tribù, noi che ce la cantiamo e ce la suoniamo senza riuscire a far sentire la nostra voce e la nostra musica a nessuno. A parte quelli come noi, s'intende, i geneticamente modificati.

 

 

Ho cominciato col vabbè devo per forza finire con qualche cosa carina:

 

riconoscere che abbiamo perso malamente è il primo passo ragionevole da

 

compiere, mi risparmierei commenti del tipo: loro mica hanno vinto tanto…

 

 

Dalla posizione che occupiamo in classifica non possiamo permetterci

 

nessun commento sarcastico su nessuno, non siamo professorini che fanno g

li analisti politici a beneficio delle trasmissioni televisive, abbiamo le nostre

 

ferite, le riconosciamo e ce le lecchiamo, non facciamo i ridicoli. Seconda

 

cosa da fare sempre secondo me è quella di evitare lo sparpagliamento

 

delle lenticchie, da qualche parte ci siamo uniti, abbiamo raggiunto un bel 3

 

– 5 per cento, non è tanto ma è nostro. Se ricomincia lo sparpagliamento

 

delle lenticchie la prossima volta dovremmo mettere lo zero davanti al 3 o

 

nella migliore delle ipotesi davanti al 5. Terza cosa che a me pare

 

ragionevole: in qualche parte ad esempio a Milano e a Roma può darsi che

 

lo schieramento capitanato dall'odiato Renzi ci chieda una mano. Dal mio

 

punto di vista, visto quanto contiamo sarebbe di per se un risultato, in ogni

 

caso io forte della mia debolezza azzarderei una richiesta, una cosa

 

qualunque che stava nel programma, rendiamo pubblico il mercato e

 

concludiamo l'affare se ci conviene. Dal mio punto di vista ci converrebbe

 

non tanto per il singolo punto del programma, quanto per il recupero di un

 

ruolo politico, frase questa da pronunciare a bassavoce. Concludere l'affare

 

sarebbe in contraddizione con il percorso autonomo? No, secondo me no,

 

mentre stai in acqua e le onde ti travolgono se vedi un pezzo di legno ti ci

 

aggrappi, mica fai lo studio se è perfetto per portarti in salvo, può darsi che

 

non sia sufficiente il bastoncino ma può darsi che mi faccia guadagnare una

 

posizione per respirare meglio, io ci proverei e poi preso il respiro magari

 

posso dare due bracciate da solo.

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Commenti: 1
  • #1

    Renato (martedì, 07 giugno 2016 14:53)

    mi limito a copiare un mio post sul voto nella mia Caltagirone: IL PUNTO INTERROGATIVO DEL GIORNO 07/06/2016 -
    ELEZIONI AMMINISTRATIVE A CALTAGIRONE: I partiti e gli schieramenti hanno dato il via all'analisi del voto.
    Ci si chiede dove si è sbagliato e dove si è fatta la cosa giusta.
    Io nel mio piccolo ci vedo una gran voglia di cambiamento, ma unita ad una paura ancora più grande di abbandonare la vecchia "strada", sulla base del proverbio che i nostru vecchi ci hanno inculcato da secoli: "Cu lassa a vecchia strata..." ecc.
    Proviamo anche noi a fare un'analisi del voto (nel nostro piccolo naturalmente e riconoscendo i limiti di chi scrive):
    34.796 gli elettori aventi diritto - hanno votato: 23.320 elettori -19.547 per i sindaci e 21.288 per le liste (per cui ben 1.741 elettori, hanno votato solo per le liste e non per il sindaco di riferimento).
    I voti dei candidati a sindacosono così ripartiti
    (Dati il sette e mezzo magazine):
    Cosentino Giacomo 181 ((0,93%) [-5 rispetto alla lista collegata]
    Pignataro Francesco (PD e liste collegate) 5.572 (28,51%) [- 554 rispetto alle liste collegate]
    Sinatra Giulio (M5S) 2.067 ( (10,57%) [+292 rispetto alla lista collegata]
    Rocuzzo Fabio 3.926 (20,08%) [+ 714 rispetto alle liste collegate]
    Ioppolo Gino (FI e liste collegate) 7.464 (38,19%) [- 1.078 rispetto alle liste collegate]
    Giannetto Giuseppina 337 (1,72%) [- 780 rispetto alla lista collegata]
    Il voto disgiunto ha premiato Roccuzzo e Sinatra che prendono più delle loro liste. -
    E, poichè, Roccuzzo e Sinatra rappresentano la controtendenza, vuol dire che la città ha premiato la voglia di cambiamento.
    Non solo: se sommiamo i voti di Roccuzzo (3.926) a quelli di Sinatra (2.067), otteniamo ben 5.993 voti
    La controtendenza sarebbe andata al ballottaggio con il centro-destra.
    Questo dovrebbe far riflettere i partiti costituiti!