Referendum, voto No. Malgrado Zagrebelsky. - di cosimo arnone -

Se c’è un motivo per cui voterò No al Referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre, esso non risiede nelle argomentazioni del professor Zagrebelsky. Sinceramente delle dottissime e noiose disquisizioni, me ne impippo. Direi addirittura che nutro una certa diffidenza nei confronti di tutti quelli che cominciano un discorso dicendo: “ il tempo non sarà

sufficiente per spiegare tutta la mia competenza e profondità”. Ho ascoltato il confronto fra il professore e il ministro Orlando, mi ha fatto un po’ schifo che proprio all’inizio il professore cercasse di mettere in cattiva luce il ministro. Perché? Perchè non laureato. Va bene sono sensibile, non sono laureato e mi sarò sentito chiamato in causa nella mia colpa e ignoranza. Detto questo, il dibattito l’ho ascoltato tramite Radio Radicale e non è che si vedesse questo abisso di differenza culturale fra le argomentazioni dei contendenti, anzi, si fotta il politicamente corretto, dovessi dire, Orlando non diceva cose assurde. Del professore non so perché avevo le palle spappolate dopo quindici secondi. Sono diplomato, noi parliamo così. Poi è arrivata la sera del dibattito fra il nostro campione e il campione di ogni abominio, magari stasera s’è preso una pasticchetta e andrà meglio ho pensato, macchè la pasticchetta non avrà fatto effetto. Ho assistito al solito tran tran, il toscano che menava e l’altro che balbettava. Per favore non mi dite che è la sfida fra la riflessione e l’ignoranza perché se vai in televisione è obbligatorio usare il linguaggio televisivo. Se vai in Cina non ti metti a parlare in Aramaico, lo capisco perfino io questo, se vai in televisione non sei su una cattedra, davanti non hai allievi che pendono dalle tue labbra, ma una persona che difende le proprie posizioni, cerca le tue contraddizioni, ti attacca. Se vai in televisione devi essere umile, capire che il mezzo ha i suoi tempi e poi anche io ho i miei tempi, se vai lungo mi spingi a cambiare canale, a cercare sfogo. Vabbè non fa niente, io di dibattiti in cui perdo nobilmente mi sarei abbastanza stufato. Dici che preferisco vincere senza onore? Per carità, preferirei vincere e che gli spettatori capiscano, senza dover essere laureati, che le mie ragioni sono migliori. Ma alla fine non è questo il punto, c’è stata una cosa che mi ha fatto proprio schifo e non è la faccia di Renzi ammiccante. Il fatto che il professore si sia portato il suo libro, l’instant book, il fatto che lo tenesse in mano, lo mettesse in favore di camera, facesse vedere il titolo. Ecco questo mi ha fatto proprio schifo, mi ha ridotto il professore a un piazzista di seconda categoria. Capirei si fosse portato Kant, capirei si fosse portato la Bibbia, il Corano, la Costituzione del Barbarincikistan, mica uno pretende che ste cose le sai a memoria, ma il tuo libro è il tuo libro, dovresti sapere anche senza consultarlo quello che pensi e le tue argomentazioni per smontare il nemico. “Ma in appendice c’è la Costituzione!”. Allora potevi portarti la Costituzione, se non la conosci a memoria, anche se hai fatto il presidente della Corte Costituzionale e scrivi gli instant book. Si figuriamoci se questo può essere un problema di fronte alle disgrazie dell’umanità, ognuno avrà giudicato al meglio. Ha vinto? Ha perso? Dirò il vero. Le mie decisioni non erano legate al confronto fra i due giganti, la questione l’ho risolta quanto il direttivo della CGIL ha deciso la posizione dell’organizzazione. C’è un problema di metodo, c’è un problema di equilibrio dei poteri, c’è un problema di centralizzazione eccessiva nelle mani dell’esecutivo rispetto al Parlamento, per dirla in sintesi: tutto il male è certo, l’eventuale bene è incerto. Ma mi sono pure dilungato, il mio sindacato ha detto No, quella è la mia posizione, non la devo neanche spiegare.

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