Pubblici, considerazioni sulla bozza di piattaforma. - cosimo arnone -

Ho ricevuto le bozze stilate dai sindacati dei lavoratori pubblici di Cgil. Cisl. Uil. Si tratta di due documenti uno denominato Relazione e l’altro denominato Bozza. Non ci sono differenze significative quindi li userò indifferentemente per
illustrare quello che penso

 

della difficile trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro. In generale e in via preliminare devo dire che c’è una cosa che non mi piace: il linguaggio. Siamo al sindacalese spinto, lo capisco, certe formule vengono usate per far emergere le identità al posto delle differenze, tuttavia, pur comprendendolo, considero il linguaggio sindacalistico degno di rottamanzione. Prima ci si riesce, meglio sarà. I documenti sono entrambi di otto pagine, la cosa buona intanto è il titolo: un contratto per i lavoratori e i cittadini. Così si fa, senza i cittadini i lavoratori pubblici non hanno ragione sociale, si garantiscono diritti col lavoro pubblico. Un contratto senza questo orizzonte non arriva lontano. L’altra cosa che si capisce è la necessità di liberarsi dalla legge Brunetta, molte righe sono utilizzate su questo tema, secondo me bisognava dire esplicitamente che è preliminare all’apertura della trattativa la rimozione dell’ostacolo normativo. C’è un modo? Si, c’è. Il governo in uno dei suoi provvedimenti sul pubblico impiego, elimini l’articolo 29 della legge Brunetta e tolga tutte le modifiche fatte all’articolo 2 del decreto legislativo 165/2001. Si, mi scuso, ho scritto a cavolo. Si tratta nel primo caso della megalomania di Brunetta, le cui norme legate alla valutazione, alla performance, ai premi eccetera, sono dichiarate inderogabili. Per cui se non levi quelle tre righe hai voglia a discutere, ci sarà sempre la legge vigente a comandare, sarà tutto inutile. La questione dell’articolo 2 invece è uguale, si tratta della gerarchia delle fonti, secondo la vecchia formulazione che secondo me deve essere reintrodotta, il contratto, non la legge del governante di turno, era la vera autorità normativa del rapporto di lavoro. Se si ritorna all’antico si può guardare al futuro. Bene, questa roba nei documenti sindacali c’è. C’è anche una curiosa amnesia, comprensibile anche questa, l’opposizione alla legge Brunetta viene fatta risalire al 2014. Cosa è successo prima, amici di Cisl e Uil? Non è per maramaldeggiare, solo che quando uno compie un errore, sarebbe bene che lo riconoscesse. Una cosa del genere: noi Cisl e Uil, abbiamo pensato che si potesse governare la riforma di Brunetta, perciò per tanto tempo abbiamo detto in giro che non cambiava niente. Ci siamo sbagliati, scusate. Okkey risolta la questione normativa, e quella delle scuse che non ci potevano essere, vediamo qualche altra cosa, le risorse: il governo ha messo una certa somma, i sindacati dicono che è insufficiente. Mi sta bene. Di quanto è insufficiente? Nel documento si parla di aumenti complessivi a regime in linea con i rcenti rinnovi dei CCNL privati. Va bene, dicci quanto, siamo più tranquilli e capiamo quanto serve ancora. Prima si è detto 150 euro, poi 120 euro, qualcuno 90 euro, insomma non è che sia uguale una somma o l’altra, una persona che vuole mobilitarsi dovrebbe sapere per quanto si mobilita.

 

C’è una questione che mi ha colpito negativamente, anche qui si parla per parlare ma definire come parametro di riferimento per soddisfare gli obiettivi che ti poni per il rinnovo del tuo contratto di lavoro, quello delle migliori aziende, sinceramente mi sembra una cavolata. Definire il lavoro pubblico la più grande azienda del paese, mi sembra una cavolata. Se al sindacato della scuola parli di scuola come azienda, si incazzano. Non posso pensare che il sindacato da una parte pensa una cosa e da un’altra parte la pensa in maniera opposta. Ma poi, le migliori aziende, quelle che hanno come fine il profitto, che fanno profitti, quali sarebbero? Mi sta bene pure come esempio, la Toyota diede nome al toyotismo come sistema organizzativo. Dite a quali migliori aziende si deve ispirare il servizio pubblico, date la possibilità di fare un confronto al lavoratore, magari siamo d’accordo di essere come la tale azienda. Sinceramente la ritengo una formulazione bislacca e spererei che non fosse più utilizzata pubblicamente e neanche privatamente, da chi deve rinnovare un contratto di lavoro. A maggior ragione un contratto pubblico. Sono bozze, non c’è ancora il bollino, dalla lettura che ne ho fatto ci sarebbero altre cose da riguardare come ad esempio l’inquadramento professionale che a me sembra totalmente sballato. Confido che ci sia la consultazione, che sia certificata, che si possano apportare modifiche concrete, per tutti i lavoratori pubblici adesso deve valere il motto divenuto purtroppo famoso con la Costa Concordia: si parla di voi, si tratterà per voi, salite a bordo! Cazzo!

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Commenti: 1
  • #1

    Renato La Manna (giovedì, 20 ottobre 2016)

    Davvero superflua la bozza... superflua ed inutile... il sindacalismo vero rischia di morire... ormai, sembra, quasi, trasformato ad un qualcosa di passivo... il rischio è enorme, la perdita definitiva della lotta di classe da parte dei lavoratoti (classe media compresa). Una volta l'operaio, o il contadino, faceva studiare i figli nella speranza di un futuro migliore. Oggi in che cosa riponiamo le nostre speranze? Nel nulla? O, il cambia radicalmente il modo di fare sindacato o... "buonanotte al secchio" [vedasi Luigi Magni!]. Invito a riflettere a chi fa sindacato ad alto livello: "Badate bene. Fare sindacato non è [nè può essere] un mestiere, il sindacato è una missione!". Se non si capisce questo è inutile parlare di altro!