Rocco Schiavone, uno di noi. O no? - cosimo arnone -

Rocco Schiavone, il romano vice questore spedito ad Aosta perché pestatore di calli e occasionalmente di potenti, non è di sinistra. Ci vuole tanto a capirlo? Veste la divisa ma fa un po’ come gli pare, è sregolato e allergico alle formalità,

mobbizza certi suoi sottoposti e interpreta la legge, le indagini, le procedure un po’ come gli viene meglio. Se riesce a buscare qualche cosa di soldi, la busca e tanti saluti, se deve aiutare un amico lo aiuta e non si fa tante domande filosofiche. O meglio, ha una filosofia tutta sua: aiuta gli amici, fotti i nemici e comportati secondo giustizia in tutti gli altri casi.
Ma allora perché la destra ce l’ha tanto con lui?
Giovanardi e Gasparri che certo avranno avuto qualche fremito dai poliziotteschi tipo: “la polizia incrimina la legge assolve”, oppure: “Milano trema: la polizia vuole giustizia”, si sono inalberati. Tutto mi sarei aspettato tranne che i difensori ad oltranza di ogni eccesso delle forze dell’ordine, si siamo mossi a scandalo per il vice questore che affronta la neve con le clarks.
Sono sicuro che non sono i metodi spicci ad aver colpito negativamento il duo Gasparri – Giovanardi, piuttosto le canne. Le canne, specie la mattina, sono inconcepibili per un poliziotto. Le canne avvicinano Schiavone pericolosamente alla sinistra e al vizio, va da se. Sono sicuro che neanche le attività illegali piacciano ai due, sono sicuro neanche alla sinistra però. Poi ci sono le botte ai nemici, la costruzione di trappole, l’intimidazione di soggetti esterni all’indagine, vabbè qui magari si può soprassedere, siamo abbastanza vicini a tante situazioni reali. Prendi un delinquente, lo porti in caserma, lo sfasci, alla fine rimane un delinquente sfasciato, che vuoi che sia. Se non lo porti in caserma e lo sfasci in mezzo alla strada, va bene lo stesso, sia chiaro. Se non è un delinquente pazienza, è un danno collaterale nella guerra al vizio. La caserma comunque è preferibile, altra pulizia, altra riservatezza. Insomma i destri Giovanardi e Gasparri, non sopportano la droga e non sopportano che il Vicequestore arrotondi lo stipendiuccio statale, va bene. Così anche il SAP, sindacato autonomo polizia che, in aggiunta, si è avventurato a calcolare reati e pene per lo sbirro romano. E’ la sinistra che deve difendere Schiavone? Maddai, un poliziotto così è il contrario di quello che ci vorrebbe, a parte le canne che possono avere, e col vicequestore lo hanno,  un effetto terapeutico, tutto il resto non va bene. Quindi anche se non ho titolo al riguardo lo dico chiaro e tondo: non difendo Schiavone neanche dagli strali di Giovanardi e compagnia, il motivo è semplice. Non c’è bisogno. Schiavone non esiste, i poliziotti che si fanno le canne, si. I poliziotti che commettono reati, si. I poliziotti che menano quando lo ritengono giusto, si. Esistono pure i poliziotti con un loro senso di giustizia sociale. Schiavone però no. Schiavone non è un poliziotto, è l’insieme delle nostre pulsioni, noi che siamo indulgenti con noi stessi, noi che se potessimo ci faremmo giustizia da soli due o tre volte l’ora. Noi che se ci capita si arrotonda. Schiavone è, nella sua anormalità, una persona normale come noi, con i nostri fantasmi, le nostre fobie, le nostre fragilità. Schiavone è umano, come dovrebbe essere un poliziotto, reati a parte. Pavlov ha colpito ancora, vista la canna e hanno tirato fuori la lingua.

fallà girà

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