'A sinnaca nun se tocca. ma mica semo contenti. - cosimo arnone -

Certo che sta sindaca de Roma minimo minimo non è fortunata nella scelta degli accompagnatori, intesi questi ultimi come accompagnatori innocenti, seppur nel caso eventuale battitori di pezzi alla ricerca di esperienze, anche erotiche, anziché no. Ci

stavo proprio pensando, lo so che una o uno può essere raccoglitore di una polizza che assicura la morte di un’altro cioè il pagatore, senza manco sapello e senza manco sapè l’esistenza del pagatore. Lo so, ci penso sempre. Non sto scherzando, la donazione di una cosa del genere è il caso tipico dell’ammiainsaputa, è lo zio americano, la nonna russo scozzese, l’incidente della storia che non diviene accidente e si infrange addosso a noi quando meno ce lo aspettiamo. L’onda marittima che, anomala, incrina il normale moto e ci becca sullo scoglio facendoci correre all’asciugatoio col sorriso, pronti a raccontare l’avventura a lieto fine.
Questo è e questo anche non è. È inutile girarci intorno, la sindaca che succede al chirurgo prestato alla politica, non è fortunata, ‘na sindaca dovrebbe esse un po’ fortunata, gli dei infatti aiutano gli ardimentosi, non vorrei che per questa via della sfortuna scoprissimo che non è ardimentosa, una sindaca, cavolo deve essere ardimentosa, a Roma ancora più.
Grillo la protegge. Si ho capito, ma Grillo mica è Mandrake. Se la sindaca non è fortunata e non è ardimentosa, pure che fanno le poesie, pure che Grillo fa le minacce contro la Lombardi e la cricchetta sua, a parte i giudici che per quelli abbiamo cambiato le regole apposta giusto in tempo, poi la monnezza resta, il traffico resta. I problemi infatti restano, con rispetto parlando Roma non è un blog, che oggi scrivi ‘na cosa, domani ne scrivi n’antra e tutte e due lavano er viso. Roma te se magna.
Eccoci qui, al punto che è l’alfa e l’omega, la carbonara e il guanciale. Che Virginia Raggi sia quello che ha dimostrato di essere: il niente impastato col nulla, in effetti a me non fa piacere. Dicevo del fallimento della Raggi: io non sono contento. Chi l’ha votata aveva una speranza, pensava ad una lupa com’è ner simbolo e se sentiva un gemello neonato bisognoso de tutto, facce nove e soluzioni. Facce nove bah, siamo così tanti nel mondo che non è difficile trovarne, le facce qualche volta contano, diciamocelo chiaro, a parità di programmi certi sono meglio di certi altri, certi nun so’ rincojoniti, certi ce sanno fa. Ecco facce nuove ci volevano comunque, per fare che però? Ecco, per fare cosa sinceramente non si è capito, io almeno non l’ho capito, sinceramente che a Roma ci sia un sindaco o una sindaca per carità, ce lo ricordano per riflesso tutti altri nomi, nomi un po’ così. A parte Romeo, beninteso, il battitore di pezzi, per tramite polizze. Romeo non dovrebbe ricorrere a questi mezzi, uno col nome come il suo, uno che si chiama Romeo, in piccolo è come si chiamasse Stefano oppure Eugenio, nel caso quest’ultimo fosse figlio di uno Stefano, non dovrebbe ricorrere ai soldi per ammaliare. C’è reato? No. Romeo ha commesso reato intestanto polizze a mezzo mondo? No. La Virginia poteva non sapere? Si. Era all’oscuro? Secondo me si e comunque trentamila euri in periodi di grande moria delle vacche, non sono secondi a nessuno. Comunque non sapeva. Il primo dramma è questo: per ogni cosa che chiedi la risposta è sempre la stessa articolata in tre passaggi: i poteri forti, non sapevo, Grillo è con me.
Il secondo dramma invece è una cosa seria: un politico può anche ingannare, una sindaca può anche dimostrarsi inadeguata e ingenua senza per altro essere disonesta o altre cose negative. Il dramma siamo noi che votiamo ogni volta un salvatore della patria pensando in fondo che la patria non siamo noi e alla fine disinteressandoci di quello che succede sul serio fino a quando la campana suona per noi, in genere i buoi a quel punto sono scappati.
Detto questo c’è del lavoro da fare, amici de las noces, cicciolini, c’è del lavoro da fare amici vicini e lontani, non così però, non così.

correre e abbracciarsi ancora

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