Truffatori con e senza cartellino - cosimo arnone -

Al quinto servizio televisivo sugli assenteisti dei week end e su quelli che scappano davanti ai carichi di lavoro, mi è venuto il vomito.
Il governo ha annunciato un’ennesima stretta sui furbetti del cartellino e su quelli che hanno uno scarso rendimento lavorativo, su queste cose si butta a pesce un po’ tutta la fauna

oggi esistente. Mi posso esimere io?
No, per Diana, non mi esimo. Hanno parlato di decalogo, manca solo Mosè.
Chi truffa sui sistemi di rilevazione delle presenze deve essere licenziato, chi timbra per un altro deve essere licenziato, chi fa il paraculo deve essere licenziato. Il dipendente pubblico non lavora per il governo, lavora per i cittadini, butta il sangue per quelli che buttano il sangue. Il dipendente pubblico è il garante dei diritti costituzionalmente garantiti, deve essere meglio degli altri. Proprio per questo la Costituzione prevede un concorso per diventare dipendente pubblico, per scegliere i migliori.
E’ vero? Molte volte si, qualche volta no. La qualche volta no, deve tendere a zero, se uno non fa il suo dovere deve fare altre cose, non il dipendente pubblico, se truffi sull’orario di lavoro devi essere licenziato. C’è un motivo per questa mia posizione: se nonostante la situazione economica sociale pensi ancora di avere una rendita di posizione e quindi di poter fare da miserabile i tuoi porci comodi, è giusto che te ne vai a stendere i panni. Se pensi che siccome lo fate in tanti, nessuno lo scoprirà anche se tutti lo sanno, meriti di stendere i panni. Se pensi, visto che sei un ruffiano del dirigente che sarai sempre coperto, meriti di stendere i panni. Se pensi queste cose devi andare a casa, sei stupido, non sei fra i migliori selezionati. Basta non c’è tanto da fare discorsi, queste persone sono contro gli altri colleghi, sono contro le organizzazioni sindacali oneste, sono contro i cittadini che li stipendiano. Prima vanno a casa a stendere i panni loro e chi li copre e meglio è per tutti.
Poi c’è la parte della ministra Madia e di tutti i suoi accoliti, ma veramente avete la faccia come il bronzo, Giachetti si rivolgerebbe in altro modo, consideratelo fatto.
Davvero adesso il problema sono i truffatori del cartellino? E allora tutta la normativa oggi esistente non vale davvero niente? Chi può dimenticarsi delle quarantottore? Per non sbagliarmi l’ho riprodotta dalla gazzetta ufficiale, trovate il link in calce a questo pezzetto, ma mi sento infuriato. Ricapitoliamo: i contratti non vengono rinnovati, ci è voluta la sentenza della Corte Costituzionale per dirvi che bisognava farlo e ancora stiamo a caro amico. Manca il personale per far andare avanti dignitosamente i servizi, mancano i soldi per il rinnovamento dei macchinari o delle procedure, gli uffici sono cadenti e in alcuni casi caduti e su tutto questo non una parola, un sussulto, un singulto.
Invece di far intravedere un progetto per una pubblica amministrazione decente, un piano industriale, un fabbisogno realistico di personale e beni strumentali, invece di utilizzare il contratto di lavoro come il patto per migliorare il servizio ai cittadini, ci venite a dire ancora la storia dei furbetti, per me truffatori, del cartellino.
Non va bene neanche per il cavolo, allego la normativa sul licenziamento disciplinare per chiarire bene la situazione, non c’è bisogno di fare niente, bisogna soltanto essere onesti: se non si è in grado di dirigere la macchina pubblica bisogna lasciar perdere, lo scarso rendimento è causa di licenziamento, basta leggere, c’è tutto. Non siete credibili neanche mentre pronunciate il vostro nome.

http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/06/28/16G00127/sg

ancora insisti

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