visite fiscali, chiacchiere e distintivi - cosimo arnone-

Parli del pubblico, come fai a non parlare della nuova riforma delle visite fiscali? Intendiamoci io sono sano come un pesce non ancora in padella, se quelli che si fingono malati li fanno al cartoccio io non ho niente da ridire. Siccome non ho niente da ridire. due cose le dico direttamente: 1) un solo soggetto, l’inps farà tutto per pubblici e privati, mi sta bene. 2) In certi casi l’inps potrà andare a casa del malato anche più di una volta al giorno. Mi sto sbellicando. Poi c’è una terza cosa attualmente proposta dal presidente dell’INPS e riguarda l’armonizzazione delle fasce di reperibilità per chi è malato. Attualmente il dipendente privato durante il periodo di malattia per ricevere la visita fiscale deve essere in casa quattro ore al giorno, il dipendente pubblico invece deve rimanerci sette ore. Il presidente dell’INPS propone di portare tutti a sette ore. Buontempone!
Sta storia dei furbetti del termometro, ci dice la temperatura di isteria alla quale siamo giunti e contemporaneamente, può aiutarci a disegnare un modello diverso di organizzazione del lavoro pubblico.
Dicevamo sia un solo soggetto a fare le verifiche fiscali per pubblici e privati, secondo me è una cosa buona, linee guida comuni, ci sarà da aspettarsi una certa uniformità di trattamento, in generale dove puoi accorpare ad un soggetto con una sua esperienza, secondo me fai bene.
Poi cominciano le dolenti note, io sinceramente mi incazzerei e rivolterei il calzino. Grande novità: io medico dell’INPS vengo a casa nell’orario canonico, ti trovo, scopro che è tutto a posto, cioè sei malato con tutti i crismi, posso ritornare lo stesso giorno ad uno stesso orario per vedere se stai a casa. Poi dici che ti butti a sinistra. Veramente non ti interessa allora scoprire se sono un simulatore e il medico che ha fatto il primo certificato un disonesto. Ti piace fare le scale.
Immaginiamo la scena: toc, toc, chi è? Sono il medico fiscale, apra o faccio sfondare la porta,
no, no, apro, per carità.
Bene è lei Arnolfo Cavicchioloni?
Si, sono io.
Lei è malato?
Si ho sul comodino la ricetta per le medicine e il certificato medico.
Dica trentatre,
trentatre,
lo ridica più forte
trentatre.
Bene in effetti è un po malato, le confermo la diagnosi e la prognosi, arrivederci.
Arrivederci. 
Dopo tre ore: toc, toc, chi è?
Sono l’INPS per dio, apra subito o sfondiamo la porta!
No, no, apro, per carità.
Questa volta sulla soglia il medico non chiede trentatre, ah è qui, va bene allora io vado, mi stia bene e non esca di casa.
Questa scenetta è la grande novità della lotta all’assenteismo nel pubblico impiego. Sia detto con grande amicizia: fottetevi, voi e chi vi viene dietro.
La terza questione riguarda le fasce in cui uno deve rimanere a casa in attesa della visita fiscale, l’orgia punitiva contro il dipendente pubblico ha quasi raddoppiato il tempo rispetto ai dipendenti privati: sette ore contro quattro. Il presidente INPS ha chiesto che tutti i lavoratori durante il periodo di malattia restino in casa sette ore, invece di portare i pubblici al livello dei privati come ognuno dice sempre, si portano i privati al livello dei pubblici come non dice nessuno. Bravo Boeri, il bastian contrario.
Ebbene, tanto non è grave, io sostengo che le fasce di reperibilità per i malati debbano essere abolite, una pubblica amministrazione che si rispetti, fa le verifiche, non va in giro a rompere il cazzo alla gente.
Sei malato perché un medico ha detto che sei malato, lo ha fatto secondo scienza e coscienza e le procedure che devono essere seguite in questi casi, io medico certifico che sei inabile al lavoro per ics giorni, ti ho visitato e lo  posso certificare.
A questo punto la pubblica amministrazione fa una verifica, al telefono.
Immaginiamo la scena:
Signor tal dei tali, buongiorno, sono il medico fiscale, lei è malato?
Si ho mandato il certificato,
mi dispiace signor tal dei tali, per favore può venire nel nostro ufficio per la visita di controllo? Diciamo alle 17, o alle 18 se le fa più comodo.
No purtroppo ho una gamba rotta e non mi posso muovere,
va bene signor tal dei tali, non si preoccupi, veniamo noi.
Oppure,
certo ci vediamo alle 18.
Oppure
veramente per quelle ore non potrei, possiamo fare domattina?
No signor tal dei tali, se è malato ma si può muovere lei deve venire o alle 17 o alle 18, se non si può muovere veniamo noi.
Tal dei tali o va in ufficio a farsi fare la visita o riceve la visita a casa, è controllato nel suo stato, se ha simulato e il medico ha scritto il falso allora devono essere guai seri.
Cosa ci interessa se sta a casa dalle 9 alle 13? Se uno è malato non gli viene proprio di uscire, se è malato ma può uscire tanto meglio guarirà prima. Il controllo deve essere legato alla patologia denunciata non ad una carcerazione domiciliare. In più c’è da dire una cosa, se i nostri medici facessero il loro dovere di medici, la ggente pubblici e privati, la smetterebbe di chiedere certificati falsi. Se le inchieste sui certificati falsi avessero davvero le conseguenze che dovrebbero avere e cioè la radiazione del medico infedele, la questione assumerebbe contorni molto più gestibili.
Minacciare il terrore dei controlli più volte al giorno, se sto malato da stare al letto davvero non me ne frega un cavolo, magari mi fai pure compagnia. Allungare le fasce di prigionia domiciliare, se sto malato che però potrei uscire, magari mi sono ustionato una mano ma le gambe mi funzionano, aggiungi al mio malessere altro malessere. Un capolavoro. Qual’è il risultato? Vuoi che i malati vadano al lavoro con lo sciarpone e i guanti così non sono trattati da criminali? Questo sarebbe l’obiettivo della pubblica amministrazione? Non ho una grande opinione della ministra Madia, certo il profilo riformatore del quale si ammanta non mi sembra molto netto a giudicare dalle sue azioni, non ultima questa sui malati.

prima dei pasti, dopo i pasti, a stomaco vuoto

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